Se anche Susanna Camusso, in apertura del XVII congresso nazionale Cgil a Rimini, arriva ad accusare Matteo Renzi (non il governo o un esecutivo… proprio Matteo Renzi, a ulteriore segnale, se mai ce ne fosse bisogno, di quanto la politica sia ormai una “questione personale”, quando non – come spesso è accaduto in passato – una “questione privata”…) di «distorcere la democrazia», allora siamo a cavallo.
I cittadini “normali”, quelli distanti molte leghe dal palazzo e che quel palazzo vedono attraverso il caleidoscopio dell’informazione, credo abbiano difficoltà: all’informazione caleidoscopica si aggiunge la specifica realtà osservata, a sua volta caleidoscopica. Il risultato è che non se ne esce e si alimenta la maionese della non reale comprensione e percezione di come stiano effettivamente le cose. Scrivo questo perché qualche giorno fa pubblicai questo post nel quale già il primo passaggio – ovvero: quello dai lavoratori che dalla Cgil dovrebbero essere tutelati “a prescindere”, come direbbe Totò agli ex-vertici sindacali (Epifani) – era completamente mistificato nel suo senso: Epifani, in relazione alla polemica sui maxi-stipendi ai manager pubblici, in specifica relazione a quello del suo ex collega sindacalista Moretti, di fronte alla domanda esplicita dell’Annunziata su quale fosse la sua posizione in merito, sostanzialmente augurava “buon lavoro” a Moretti che, lo ricordiamo, licenziò in tronco Riccardo Antonini in relazione alla strage di Viareggio.