Catania, la mattina successiva al giorno di arrivo, avvenuto il 22 agosto.
Bar Galatea, in piazza Galatea a Catania (e se questa anche fosse pubblicità occulta poco mi interessa), intorno alle 9,15. Siamo un gruppetto di persone che devono fare colazione. Arriva la cameriera che prende gli ordini.
E ordini = granite. A me consigliano quella la gelso che è qui è DI gelso, CON sopra i gelsi. Certe preposizioni semplici nella vita sono importanti e fanno una certa qual differenza nelle tassonomie che riguardano la voce concettuale “granite (a Catania)”. La cameriera risponde con un termine non appropriato ma significativo e dice: “Sì, ma è inevitabile”. Lo usa come sinonimo per dire “non la facciamo quella al gelso in altro modo che non sia questo e quindi inutile specificare”, ma dice proprio “inevitabile”.
Ora delle tante inevitabilità della vita che mi sono accadute, questa è quella più auspicata e sempre sia lodato il Creatore – ammesso che esista e da qualche parte sia (ma la Granita DI gelso CON gelso tende a essere una prova inconfutabile di tale esistenza) – che tutto ha creato, compresa questo cibo.
Cibo che a posteriori la dice lunga anche su certe pacificazioni. Stare al Sud è oggettivamente difficile per chi arriva da sopra Roma. Questo per una interazione umana che con difficoltà si capisce (per motivi storici): la causa di queste differenze è spesso individuata nel caldo che implacabile regna per almeno metà dell’anno, ma non è questa la sede per una disamina. L’isola è bellissima, i posti e la natura sono fantastici e ovunque però si ritrova – in misura maggiore o minore – una tendenza alla sciatteria, alla mancanza di decoro (penso banalmente a quello urbano), specchio accentuato e deformato del resto d’Italia. Per non parlare dell’assenza totale del rispetto delle norme che regolano la circolazione stradale, spesso applicate al contrario, con gente che si ferma in mezzo alle rotonde o anche dovunque in mezzo alla strada per rispondere al cellulare, con persone che non obbligatoriamente portano il casco (“Anto’, fa caldo…”) e stanno in due o tre su uno scooter, con bimbi, guidando con una mano sola e con l’altra digitando messaggi al cellulare. Una babele che manda fuori di testa chi è abituato altrimenti e altrove.
E’ qui, quindi, che la granita DI gelso CON gelso, nella sua inevitabilità, oserei dire anche nella sua ineluttabilità, così peculiare nel bar Galatea di piazza Galatea, viene in soccorso come la migliore panacea, pacificando ogni automobilistica collera.
Qui di seguito raffigurazione fotografica di quanto appena descritto (ah, ovvio che di fianco alla granita ci sta l’immancabile brioche…)