Piccolo mondo antico: la rinascita di Borgo del Ponte

E’ sempre un po’ difficile dire del posto che ci ha letteralmente visto crescere, dove si hanno le foto – immancabilmente virate al rosso (“marchio” dei fantastici primissimi anni ’70) – del compleanno con una candelina, perché è come parlare di se stessi (e magari millantare qualche credito) o percepirsi allo specchio. Insomma, non semplice.
Borgo del Ponte, a Massa, è la borgata nella quale sono cresciuto. Vie strette che presto si fanno vicoli (e in un vicolo ho abitato tanti anni), inconsapevoli allora di come questa peculiare architettura – che ha attratto nel tempo figure popolari “singolari” così ben descritte da Emidio Mosti e Mario Nancesi in Borgo del Ponte. Un millennio di storia e tradizioni – arginasse (ma non fosse in grado di arrestare) l’avanzata dei mezzi a motore. Nel vicolo, a forma di golfo, con una corte interna, sufficiente affaccio per un pugno di case strette strette, infatti c’era lo spazio per i nostri giochi di bambini e le auto, sporadiche, erano al più una presenza da prendere a pallonate. Adesso il “golfo” è un parcheggio nel quale, a seconda del momento, con l’auto viene pure difficile uscire e nessuno lì gioca più..
Qui, per fortuna, come altrove, nell’ultimo decennio si è messo timidamente in moto il circolo virtuoso del recupero: case semiabbandonate o comunque da ristrutturare, sono state acquistate e rimesse a posto, rese decorose nel loro affaccio verso la via principale (via Felice Cavallotti). L’amministrazione ci ha messo del suo: prima con la pubblica illuminazione, non più da periferia dimenticata con le orribili campane a luce bianca, ma con bei lampioni “retrò” inseriti direttamente sulle facciate; adesso con il rifacimento della sede stradale che vede ripristinare una pseudo-piastronata (quand’ero bambino la piastronata era vera, cioè fatta di blocchi di pietra: nella versione moderna la pietra è sostituita da cemento…). Anche la popolazione si è fatta, qui come altrove, multietnica. Segno dei tempi che cambiano.
Adesso apprendo con piacere che un comitato di cittadini – nato inizialmente per “seguire” i lavori di abbellimento – sta immaginando iniziative per rivitalizzare il borgo. A capo di questo coordinamento, un vecchio amico col quale andavo in montagna tanti anni fa. Qui di seguito il trafiletto uscito oggi sulle pagine locali de «Il Tirreno».
PS: scopro che esiste addirittura una voce Wikipedia, qui.

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