Confesso di avere avuto diverse passioni intellettuali (ma chi non ne ha avute?). Quando studiavo Filosofia mi sono innamorato, come tanti (non è stato un amore tanto originale…), di Ludwig Wittgenstein e della sua non banale biografia. Accadde così anche in ambito scientifico con Galileo, al punto che, da questa passione, vennero fuori conferenze (non ancora finite…) e pure un libro, questo.
In ambito letterario invece la passione fu (ed è! – i propri miti non si dimenticano mai, magari non li si “sente” per un po’, come accade con gli amici, ma fanno parte di noi…) per lo scrittore albese Beppe Fenoglio. Una passione che mi ha regalato momenti impagabili, che hanno fatto parte del mio vissuto e della mia storia personale. Ma soprattutto mi hanno regalato l’amicizia con Margherita, la figlia di Beppe e quella di Edoardo “Dodo” Borra, della Fondazione Ferrero, di Silvia Albesano, sua moglie, e ancora di Emanuela Rosio e di altri ancora. C’è stato un momento che Alba è stata per me una seconda casa. E lo è stata in momenti importanti della mia vita. E i momenti importanti, ça va sans dire, sono quelli in cui stiamo male e abbiamo bisogno di una parola amica.
Insomma, vent’anni fa mi sono messo sulle tracce di uno scrittore e ho trovato affetti e amicizie che ancora durano. Una bella sensazione e, alla fine, una questione privata, che mal si presta a un post pubblico. Pensate che l’affinità “sentimentale” (non letteraria) con la scrittura di Fenoglio è stata tale che Fenoglio “mi ha fatto incontrare” mia moglie, che proprio su Fenoglio fece la sua tesi di dottorato, questa. L’incontro fu propiziato da un comune amico, “fenogliano” pure lui, ma professionista, Luca Bufano.
Oggi ricorrono i 100 anni dalla nascita di Beppe, la cui fama si è giustamente accresciuta nel tempo. E allora non resta che farti tanti auguri Beppe: buon compleanno e che il ricordo di te resti impresso ancora a lungo tra noi posteri!
PS: a proposito: chi volesse approcciarsi alla vita di Fenoglio, alla sua biografia di piemontese schivo, può leggerne le lettere che proprio Luca Bufano ha ripubblicato, fresche di stampa, con la casa editrice Einaudi, qui.