Marcello Martini

Marcello a Mauthausen nel 2013 depone corona in memoria dell’amico Guido Focacci (dal sito web marcellomartini.it)


Siamo fuggiti dalla calura nel ponte ferragostano che, “visto all’ultimo” (perché ancora preda delle ultime questioni legate al trasloco), mi ha portato a prenotare verso “luoghi noti”: il confine sud (quello sul versante piemontese) del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
Per arrivare in valle Orco si passa da una cittadina celebre – almeno localmente – per le ceramiche: Castellamonte. Marcello, che conobbi molti anni fa, si divideva tra questa cittadina e la sua “residenza estiva” a Montignoso, in provincia di Massa-Carrara.
Avevo visitato il campo di concentramento (e annientamento) di Mauthausen prima di conoscere Marcello, nel 2010 (se la memoria non mi tradisce). Quando lo conobbi avevo realizzato la prima edizione di un libriccino nel quale raccontavo questa esperienza ad uso (e beneficio) delle nuove generazioni, immaginando Marta, la figlia di un caro amico, come interlocutrice ideale a cui comunicare, nella maniera più piana possibile, questa esperienza. L’incontro con Marcello mi indusse ad ampliarlo con una intervista a lui, che a Mauthausen aveva trascorso i mesi infernali dal giugno 1944 lo avrebbero portato alla Liberazione, quando ancora era quattordicenne.
Incontrare Marcello ovviamente non fu solo “fare l’intervista” ma confrontarsi a 360 gradi con una persona che, nonostante la precoce esperienza del terrore e dell’indicibile orrore che il KL (Konzentrationslager) gli aveva riservato, aveva saputo mantenere intatto il senso dell’ironia, dell’ospitalità sincera, della franchezza, del gusto della condivisione e della risata e, in ultimo, quando nelle ultime visite – che purtroppo risalgono a un paio di anni fa – le sue condizioni di salute non erano più molto buone, all’autoironia, segno della sua grande intelligenza e consapevolezza.
Marcello è morto il giorno in cui, transitando da Castellamonte in fuga dal caldo della città, procedevamo verso la montagna, mi chiedevo – e chiedevo a mia moglie – come stesse Marcello e che sarebbe stato presto il caso di fargli una telefonata. Ignaro dell’evento, in partenza dalla montagna per tornare alla piana infernale, sabato, sono venuto a saperlo dallo “strillo” di un’edicola di fronte all’albergo: quella mattina stessa ci sarebbero stati i funerali. Non abbiamo fatto in tempo ad arrivare, ma almeno siamo riusciti a porgere le nostre condoglianze alla moglie e alla figlia.
Un altro testimone se n’è andato. Un altro amico, posso dirlo, se n’è andato. Qui di seguito il breve elenco della eco mediatica che la notizia della sua morte ha prodotto. A futura memoria, per non perdere, ancora una volta, la battaglia della memoria.