Quei terribili anni ’80

Mi è accaduto, del tutto casualmente, di vedere una puntata, tempo addietro, di “Techetechetè”, trasmissione “cuscinetto” dove la Radio Televisione Italiana celebra se stessa e i suoi antichi fasti di avanspettacolo. Normalmente poco incline a seguire gli “amarcord”, soprattutto quando non mi appartengono, stavo per spegnere quando… beh, quando ho ascoltato alcuni dei tormentoni che mi sono stati familiari in gioventù.

Sarebbe fin troppo facile commentare la ridda di sensazioni che sono emerse nel guardare in prospettiva (in una prospettiva ex post, appunto, quando “tutto è passato”) le immagini, i vestiti, le pose, le capigliature e ancora ascoltare gli accordi, la demenzialità dei testi ecc. Insomma: furono davvero anni bui – o forse, chissà, lo sono sempre (stati) quelli del pop – ma anni nei quali siamo, nonostante questi “tamarri” che son durati una sola stagione (mi vien da dire, per fortuna), cresciuti (forse male, a causa loro). E tutto questo, sempre ex post, mi pare abbia del miracoloso.

Qui di seguito provo a fare un’operazione semplice semplice: siccome per molti motivi – a partire dagli ovvi copyright – non posso caricare una intera trasmissione televisiva sul blog, mi avvalgo della scaletta lì proposta (tratta soprattutto dalla celebre trasmissione “Discoring”) e attingo, dove possibile mettendo un link, da quel gigantesco juke-box che è youtube. A voi i commenti (se ne avete):

* E qui ci sarebbe da aggiungere al titolo “con un bastone, ma con le mani sì”. Il testo, terrificante, a un certo punto dice:

È sempre un’avventura rimettersi con te
Ma io non ho paura, del porno sono il re
Un re senza corona
Quante nevrosi ho
Un re che te le suona se mi dirai di no

Questo si cantava negli anni ’80!