Sto affannosamente e faticosamente, in queste ore, mettendo a punto il – per fortuna – breve intervento che farò al convegno di Italian Studies, a Philadelphia (a questo indirizzo qualche informazione). Parlerò del caso Majorana e, trattandosi di letteratura, di come quest’ultima, in particolar modo, trattò il caso in questione.
Sto, a questo proposito, leggendo il bel libro di Erasmo Recami (questo), un “classico” molto ben documentato, per avere notizie un po’ più ampie sulla biografia del geniale siciliano. Recami tratta nella prima parte un po’ tutta le genealogia di famiglia e ci sono cose che fanno impressione. Tipo lo zio Angelo che, nato nel dicembre del 1865, fa la maturità a 12 anni e all’età di 16 è dottore in Legge, a Roma. Cito dal libro:
[…] si fa prendere in simpatia da Re e Regina. Patriota, colto, affidabile, disponibile, diviene amico di D’Annunzio, Minguzzi, Oberdan. Tra i 18 e i 20 anni dà alle stampe le sue prime opere […]. Ma conseguita la Libera docenza a 17 anni, già è “professore pareggiato” all’Università di Catania. Nel 1886 si presenta a tre concorsi per le cattedre di Diritto Costituzionale di Catania […], di Messina, e di Pavia: e li vince tutti e tre, sbalordendo le commissioni che prendono atto che “il vincitore, Sig. Angelo Majorana, avvocato alla Cassazione di Roma, non è ancora maggiorenne”; non aveva ancora compiuto, cioè, i 21 anni. Passa così titolare a Catania, ove diverrà – a 29 anni – Magnifico Rettore.
E via discorrendo. Il fatto è che i casi che ho sott’occhio di questa “abitudine” di laurearsi a 21 anni (nel caso specifico: ben sotto…) non sono solo appannaggio degli anni che vedono l’Italia appena unita (dici, vabbè, l’accademia era quel che era… ma ogni mondo è “proporzionato” in tal senso per mezzi, disponibilità e difficoltà di studio che notoriamente – nel passato – è stata di solito più arduo che nel presente), ma anche di generazioni più recenti di isolani – per altro sempre dell’area catanese. Persone che conosco, a me vicine, che hanno nonni e bisnonni con due specializzazioni in medicina e carriere folgoranti, che hanno zii laureati a 21 anni in giurisprudenza (odiando profondamente con tutti se stessi la materia, per giunta).
Se penso che ho rinunciato agli studi universitari in ingegneria e mi sono laureato a fatica in filosofia mettendoci il doppio del tempo (vabbè lavoravo…) ormai “vecchio” (31 anni) e più vecchio ancora ho preso due master, beh, francamente mi sento un po’ un cretino.
Secondo me da quelle parti (la Sicilia e soprattutto quella orientale…) c’è qualcosa: forse la cassata? I cannoli? I panzerotti? Sì deve essere colpa dei panzarotti che sul web si trovano espressamente (anche) come “catanesi” (a questo link una delle tante ricette proposte)…
PS: ho “scansionato” (in realtà fotografato perché non ho uno scanner a portata di mano…) il paragrafo dedicato a zio Angelo quasi integralmente e ne ho fatto un PDF che potete scaricare da qui. C’è anche un discorso che fece da ministro (beh, se a 29 anni sei rettore all’università, ci sta che a 38 tu sia ministro…) che sembra scritto oggi. Solo che lo pronunciò in una seduta del 1899…
PS: i documenti qui sotto riportati sono tutti tratti da E. Recami, Il caso Majorana. Epistolario, documenti, testimonianze, Di Renzo editore, 2011, pp. 209-211. Si tratta dei verbali nei quali sostanzialmente Majorana vince il posto da ordinario “fuori concorso”, vale a dire oltre ai tre candidati che erano comunque favoriti (Giovanni Gentile jr., figlio del Gentile filosofo; Giulio Racah, ebreo che passerà da Firenze in Israele fondandovi la fisica teorica e Giancarlo Wick, che vincerà il posto a Pisa). Insomma, “il caso Majorana” prima del caso Majorana…
Verbale della Commissione giudicatrice del concorso a cattedra (25.10.37)
Commissione giudicatrice del concorso alla Cattedra di Fisica Teorica presso la R. Università di Palermo
Verbale n°1
La Commissione nominata da S. E. il Ministro dell’Educazione Nazionale e formata dai professori Carrelli Antonio, Fermi S. E. Enrico, Lazzarino Orazio, Persico Enrico, Polvani Giovanni si è riunita alle ore 16 del giorno 25 ottobre 1937 XV in un’aula dell’Istituto Fisico della R. Università di Roma.
La Commissione si è costituita nominando come Presidente S. E. Fermi, e come segretario Carrelli. Dopo esauriente scambio di idee, la Commissione si trova unanime nel riconoscere la posizione scientifica assolutamente eccezionale del Prof. Majorana Ettore che è uno dei concorrenti. E pertanto la commissione decide di inviare una lettera e una relazione a S. E. il Ministro per prospettargli l’opportunità di nominare il Majorana professore di Fisica Teorica per alta e meritata fama in una università del Regno, indipendentemente dal concorso chiesto dalla Università di Palermo.
La Commissione, in attesa di ricevere istruzioni da S. E. il Ministro, si aggiorna fino a nuova convocazione.
La seduta è tolta alle ore 19.
Letto approvato e sottoscritto seduta stante,
Enrico Fermi, Orazio Lazzarino, Enrico Persico, Giovanni Polvani, Antonio Carrelli
Lettera della Commissione al ministro Giuseppe Bottai (25.10.37)
A S. E. il Ministro della Educazione Nazionale ROMA
Eccellenza,
la Commissione giudicatrice del Concorso alla Cattedra di Fisica Teorica della R. Università di Palermo, oggi costituitasi, iniziando i suoi lavori è stata unanime nel rilevare, dopo esauriente scambio di idee, che tra i concorrenti il Prof. Majorana Ettore ha una posizione scientifica nazionale ed internazionale di tale risonanza che la Commissione esita ad applicare a lui la procedura normale dei concorsi universitari.
Si permette pertanto di prospettare alla E. V. l’opportunità di nominare il Majorana, per alta e meritata fama, professore di Fisica Teorica in una delle Università del Regno, indipendentemente dal concorso chiesto dalla R. Università di Palermo.
Si onora di allegare una relazione sulla attività scientifica del Majorana.
Con osservanza
Enrico Fermi, Orazio Lazzarino, Enrico Persico, Giovanni Polvani, Antonio Carrelli
Segue ovviamente la relazione e la lettera nella quale il ministro nomina direttamente Majorana professore ordinario. Tutto questo a nulla servì nel distogliere lo scienziato dal “gesto” della scomparsa. In alcune considerazioni personali Recami (p. 125) afferma – analizzando i possibili motivi che indussero Ettore Majorana a scomparire – che “i personali problemi di Ettore devono essere tanto forti e urgenti da rendere del tutto insignificanti le possibilità (diciamo) di guadagnarsi dei Premi Nobel, o di mantenersi la consolazione di alcuni cari affetti familiari”.
Ciò che per molti potrebbe essere considerato l’apice di una carriera, per alcuni non ha alcun significato.