Il sogno americano (statunitense)

Oggi sono andato a fare un salto a casa dei miei. Ero un po’ in ritardo sui tempi e quindi, in auto, ho preso l’autostrada. Su spotify (ah, tutta la musica a portata di dita…) avevo su un grande classico della musica statunitense: Born in the USA di Bruce Springsteen di cui amo – come sonorità e tono di voce del cantore della working class statunitense – una canzone in particolare, Downbound train (di cui trovo molto bello questo live del 2013 a Londra). Più che essere un sogno, almeno dal testo della canzone, quello americano sembra un incubo, così come lo è il molto più recente film – sempre su una delle tante realtà USA – Nomadland, ma tant’è.

Riflettevo sul fatto che il sogno statunitense alla fine forse è tutto sommato “economico” per chi lo vive: avere la possibilità/libertà – ancora una volta? ancora una volta… – di correre con la propria auto su una autostrada deserta, che se fosse una highway forse sarebbe anche meglio. Chi mi conosce sa che ho un rapporto piuttosto conflittuale con quel paese, fonte di molti mali, ma anche capace di grandi “sfaccettature”, molto diverso dalla classe politica che lo governa (anche se questo è vero praticamente per ogni luogo del mondo, credo). A chi ne gode, alla fine, il sogno costa poco: qualche litro di – sempre più costoso – carburante (nel mio caso gasolio), un’auto in ordine, le condizioni stradali ottimali e si ha l’illusione di arrivare ovunque nel tempo di una canzone o poco più. Chi invece il sogno lo “paga” e lo subisce, sa che tutto questo costa molto di più, in termini di distruzione e di accaparramento delle fonti energetiche, con tutto quello che questo sta a significare. Ma di questo ho discusso a lungo, altrove.

Al ritorno un’altra canzone che ha fatto la storia della mia adolescenza è andata su “in automatico”: Tunnel of love dei Dire Straits, un altro grandissimo classico per me. E qui, davvero, in certi momenti, la suggestione è invece che l’intera vita possa trascorrere sulle note di una singola canzone, pur lunga, come questa.

Certe cose si ha l’illusione di afferrarle non con l’intelletto, ma con le orecchie, ascoltando canzoni…

Generale Lee, l'auto del telefilm "Bo & Luke"

Il “Generale Lee”, ovvero una Dodge Charger R/T l’auto del telefilm “Bo & Luke” (copyright immagine: CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=756140)