We can be heroes…

… just for one day, diceva il Grande Bardo. Mi è venuta in mente questa frase per aver visto prima il film Snowden (2016) di Oliver Stone, e poi per aver recuperato sostanzialmente ciò da cui il film è tratto: il documentario di Laura Poitras “in presa diretta” Citizenfour (2014).
In particolare il documentario ha mostrato la dimensione umana di questo ragazzo di 29 anni (all’epoca degli eventi) che si è trovato in una situazione decisamente più grande di lui. Una dimensione che, forse a causa della necessità di “romanzare” la storia per esigenze narrative, sfugge quasi completamente al film, pur interessante e ben costruito (e anche fedele al documentario) che Stone ha realizzato.
Si vede la dimensione umana di chi teme per le proprie sorti, di chi, pur convinto di aver fatto bene ad aver fatto quel che ha fatto, sa che le conseguenze potranno essere molto pesanti e, per quanto ne sa, come minimo la sua vita cambierà radicalmente. Ecco forse la dimensione dell’eroismo è data proprio da questo essere così umano, nel provare paura, ma nonostante questo non desistere dal proprio proposito che si ritiene sia fondamentale. Un atteggiamento che, mutatis mutandis, mi ha riportato alla mente il Galileo di Brecht: uno scienziato formidabile, ma non per questo un “eroe” disposto a sacrificare la vita per dimostrare le proprie teorie e che quindi, per aver salva la vita, ritratta e abiura.
In fin dei conti il giudice più severo e imparziale resta la Storia e sarà quella ad assolvere o a condannare.

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Edward Snowden in un fotogramma di Citizenfour