Di recente ho visto – su indicazione di una delle brevi puntate di Lorem Ipsum che potete trovare su YouTube – un film che mi era del tutto sconosciuto: Idiocracy (a questo link potete leggere anche la sinossi). Il film certo non rimarrà negli annali della cinematografia mondiale, ma sostiene quel che sottilmente molti di noi sostengono da tempo: l’essere umano si estinguerà dal pianeta sostanzialmente per idiozia.
Di segnali ne abbiamo moltissimi: il profitto e il potere mettono in moto quotidianamente meccanismi perversi che ci vedono tutti intruppati nelle tangenziali di mezzo mondo (anzi, ormai del mondo intero: la Cina negli ultimi anni da esportatore di petrolio è diventato importatore…), ognuno nella propria auto. Comportamenti di massa – in genere – che ci conducono senza tema di smentita (né di essere tacciato di catastrofismo o di apocalisse) verso il consumo sempre più rapido delle risorse del pianeta.
La scienza si trasforma in tecnologia (tipicamente: del trastullo) e i problemi, anche nelle discipline più hard (penso espressamente alla fisica e alla chimica teorica) sempre più spesso vengono risolti – ammesso che una soluzione si trovi – dalle considerevoli potenze di calcolo che, appunto, la tecnologia mette a disposizione. Come dire: si spegne il cervello e si accende il computer.
Ma scendo dall’empireo della scienza per cogliere dettagli della discesa verso Idiocracy. Scopro, per esempio, che il rapper (tale viene definito…) chiamato Psy, al secolo Park Jae-Sang, ha all’attivo, come recita anche il suo profilo wikipedia (al cui fondo trovate i link ad articoli di giornale che parlano del fenomeno…), qualcosa come oltre un miliardo e ottocento milioni di click sul video della canzone che lo ha reso famoso nel mondo. Ma avete presente la canzone, vero? Se non l’avete presente, eccovela (così incrementate di qualche unità il record…). E questa è la prima delle due cose che volevo indicare come “sintomo” della “idiocrazia” che vince.
La seconda, ben più nostrana, riguarda il noto comico Checco Zalone che con l’ultimo film Sole a catinelle è “re degli incassi”, come recita l’articolo uscito su Lettera43. Ora: sembra che io voglia essere “bacchettone”, ma non è così. Non condanno la voglia (e la necessità) di ridere come antidoto (anche) all’opprimente periodo nel quale viviamo, ma che i cinepanettoni siano stati sostituiti (negli incassi e quindi nello share) da altri panettoni fuori stagione (per la verità con questo siamo quasi in stagione…) è veramente… un film già visto!
Buona fortuna a tutti…