Reduce dal “discorso alla nazione” di Joe Biden finito qualche ora fa, e trasmesso in diretta anche alla nostra di nazione, ascolto, basito, la cifra che è costata ai soli Stati Uniti questa guerra ventennale: 300 milioni di dollari al giorno, tutti i giorni, per 20 anni. In un anno sono 109,5 miliardi di dollari che, moltiplicati per 20 anni, fanno 2109 miliardi di dollari o, nell’uso statunitense, 2,1 trilioni di dollari (approssimando per difetto).
Quante altre cose si possono fare con tutti questi soldi, con uno sforzo economico così ingente? Fatico a scegliere, ma essendo diciamo “sensibile” alla questione energetica e quindi alla sua auspicata e auspicabile transizione, per non far bollire noi stessi di effetto serra e per offrire un po’ di giustizia e di equità sociale (che, ce lo dimentichiamo troppo in fretta, passa soprattutto dall’energia – perché le guerre si fanno soprattutto per questo…), scelgo questo: la transizione energetica.
Allora faccio due conti della serva, basandomi sulla mia modesta esperienza personale. Nel 2019 ho installato un impianto fotovoltaico sul tetto di casa mia della potenza (di picco) di 6 kW, con delle batterie (con capacità di accumulo di 7,2 kWh) per essere – a queste latitudini – quasi indipendente dal gestore dei servizi elettrici (GSE) per quasi tutto l’anno (certo: d’inverno, con giornate corte e magari piovose, un po’ di corrente la chiediamo, per carità… ma è proprio poca e le mie bollette in sostanza consistono di fatto in oneri fissi di allaccio alla rete, senza contare quella che in rete ributtiamo e che quasi regaliamo, visto che viene ripagata praticamente nulla).
Da utente finale, grazie agli incentivi che c’erano all’epoca (sostanzialmente fiscali), la detrazione, anziché essere fatta nei 10 anni a venire sulla dichiarazione dei redditi, poteva essere ceduta tutta e subito alla ditta che ha eseguito l’impianto, così per un impianto “chiavi in mano” dal costo nominale di 15mila euro, ne ho spesi esattamente la metà, 7,5 e lo sgravio fiscale che mi sarebbe toccato nei 10 anni successivi l’ho, appunto, ceduto all’azienda (si chiama “cessione del credito”, appunto). Non ho crediti da vantare, ma ho avuto un formidabile sconto subito.
Continuiamo col conto: diciamo quindi, per approssimare e farla semplice, che anziché 7mila e 500 euro ne ho spesi 6mila (magari i costi si sono ulteriormente abbattuti in questi due anni e io sto parlando sempre da utente finale…) e quindi posso fare una equivalenza del tipo mille euro per kW installato, “chiavi in mano” (cioè a impianto funzionante). La ditta inoltre mi garantisce, da contratto a queste latitudini (vale a dire “circa” centro Italia), una produzione annua di 7.200 kWh (per i primi 5 anni, poi ci sarà senz’altro una flessione nel rendimento dei pannelli, ma queste flessioni sono molto contenute). Il cambio euro/dollaro di oggi è 1:1,18 ovvero 1 € = 1,18 $. Compensiamo la stima per difetto di prima (1 kW installato = 1000 € e quindi per installare 1 watt ci vuole 1 €) con quella in eccesso di adesso, dicendo che il dollaro è uguale all’euro, in un rapporto 1:1, così la cifra dei 2,1 trilioni di $ diventa di 2,1 trilioni di €. Ma solo per fare i conti pari e “spannometrici” (e, per carità, teorici: a queste “scale” ovviamente gli investimenti dovrebbero essere strutturali – e i costi si abbasserebbero ulteriormente…).
Insomma con questi soldi la potenza installata potrebbe essere quindi di 2,1 trilioni (2,1 * 10^12) di watt che, ipotizzando Pisa (dove vivo) caput mundi con una produzione annua minima come quella garantitami (7.200 kWh/anno che risulta sicuramente più elevata anche solo spostandosi in sud Italia) significa 2.530.800.000.000.000 (1) (due miliardi e cinquecentotrenta milioni e ottocentomila… miliardi di) Wh, ovvero 2.531 TWh (terawatt/ora – il prefisso “tera” = 10^12) all’anno.
Sapete qual è stata la domanda di elettricità nazionale per il 2019 (il 2020 non l’ho preso in considerazione essendo un anno comunque anomalo per il lockdown pandemico)? 316,6 TWh (a questo link la fonte del dato), ovvero un ottavo di quello che – ipotizzando di poter investire tutti i soldi della ventennale guerra in Afghanistan in qualcosa di utile come la messa in opera massiva di pannelli solari – questa potenza installata avrebbe potuto produrre. L’avremmo fatta la transizione energetica in Italia? No, ne avremmo fatte 8!!!
Ma vediamo questo dato per gli Stati Uniti che, sempre nel 2019, ha avuto un consumo di 3.955 miliardi di kWh (a questo link la fonte del dato), quindi 3.955 di TWh. Ecco, qui non ce l’avremmo fatta a coprire il fabbisogno complessivo, visto che 3.955 è superiore a 2.531, ma una bella mano se la sarebbero data pure loro e stiamo pur sempre parlando di una delle prime potenze mondiali (diciamo la prima insieme alla Cina)!
Questo solo per citare la prima cosa che mi è venuta in mente – ma che sarebbe una cosa di vitale importanza per sfuggire alla trappola energetica nella quale ci siamo cacciati, visto che dipendiamo ancora oggi per oltre l’80% da fonti fossili e atmosfera, mari, oceani e terra non ce la fanno più ad assorbire anidride carbonica.
E tutto questo senza contare le vite umane. Perse. Per sempre. Valore? Non monetizzabile, infinito, fuori scala. Siamo veramente animali di una stupidità formidabile!
(1) per ottenere questo numero ho diviso i 2,1 TW per 6 kW – la dimensione del mio impianto – a cui però equivale la “produzione garantita” di 7.200 kWh/anno.